25/6 Dedicato a Khaled Fouad Allam

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Data pubblicazione
Pubblicato il: 
11/06/2015

“….dedicato a Fouad”

Giovedì 25 giugno 2015

ore 16.30

“Aula Cacciaguerra “

 

Indirizzo di saluto delle Autorità

 

Interventi

Piergiorgio Gabassi

Direttore vicario del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali

Benedetta Moro

Il Piccolo

Diego Abenante

Delegato del Rettore per la Mobilità studentesca Internazionale

Francesco Russo

Senatore della Repubblica Italiana

 

Colleghi, studenti, amici

Si invia in allegato la locandina

 

 
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Addio a Khaled Fouad Allam, sociologo ed esperto del mondo islamico

 

Khaled Fouad Allam (1955-2015)

Khaled Fouad Allam era nato nel 1955 a Tlemcen, in Algeria, dove aveva compiuto parte dei suoi studi prima di trasferirsi in Francia. Pur essendo un “intellettuale della diaspora” - come avrebbe detto l’islamologo Maurice Borrmans - Fouad Allam portava molto con sé delle proprie radici. Può persino affermarsi che gli aspetti distintivi della sua riflessione - in particolare lo stile eclettico, il muoversi sempre ai confini tra le discipline e le culture - abbiano origine nella sua prima formazione algerina. Tlemcen è, infatti, un crocevia d’influenze, situata non lontano dalla costa nord-occidentale e dal confine con il Marocco, e soggetta agli influssi del mondo berbero, di quello arabo-islamico e di quello andaluso. Da un punto di vista religioso, Tlemcen è persino di più, è un luogo santo, poiché vi ospita il mausoleo di Abu Madyan – noto anche come Sidi Boumedienne – uno dei più importanti mistici sufi del Maghreb. Negli anni della maturità intellettuale, Fouad Allam saprà vedere nella crisi di questa dimensione culturale e familiare dell’Islam - che egli definirà, nel suo ultimo libro, “l’Islam della tradizione, nel senso culturale e cultuale della parola” – un elemento fondamentale per comprendere l’Islam contemporaneo, e in particolare le sue derive ideologiche. Non è un caso che la sua analisi delle vicende successive all’11 settembre darà grande spazio al fenomeno della de-culturizzazione dell’Islam, al fatto che i giovani estremisti “non sappiano nulla o quasi della loro civiltà, della poesia, della letteratura, o di filosofi come Averroé o Avicenna”.

Una volta trasferitosi in Francia, a Parigi, Allam seguirà i corsi di islamologia all’Ecole pratique des Hautes Etudes en Sciences Sociales e alla Sorbona. Da questo periodo deriverà la sua fascinazione per il mondo accademico e intellettuale francese, che sarà elemento costante del suo lavoro accademico e pubblicistico degli anni successivi, e del quale mutuerà sia il linguaggio sia l’approccio multidisciplinare. Particolarmente importante sarà l’influenza del pensatore franco-algerino Mohammed Arkoun, di cui sarà allievo alla Sorbona, che dominerà soprattutto le sue ricerche sugli intellettuali nel mondo musulmano.

Giunto all’Università di Trieste nei primi anni Ottanta, Fouad Allam inizierà a collaborare prima come insegnante di Lingua francese presso la Facoltà di Economia, per poi passare alla Facoltà di Scienze Politiche dove, inizialmente sotto la guida del prof. Enrico Fasana, si dedicherà agli studi storico-islamici. Sarà prima Professore a contratto di Storia e istituzioni dei paesi dell’Asia, quindi, tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta, Ricercatore nella stessa disciplina. La collaborazione con Enrico Fasana, studioso del mondo indiano e dell’Islam “periferico”, arricchirà ulteriormente l’approccio di Allam, fornendogli nuovi strumenti interpretativi e incoraggiandolo a valorizzare la dimensione familiare e intima della cultura islamica. Questo periodo lo vedrà tenere corsi di Storia del mondo arabo, di Storia dei paesi islamici e, infine, di Sociologia del Mondo musulmano, sia a Trieste sia a Gorizia, presso il corso di laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche. Negli stessi anni sarà anche docente di Islamistica all’Università di Urbino.

La ricerca di un approccio aperto alle scienze sociali porterà altresì Fouad Allam a iniziare un dialogo fecondo con i colleghi politologi e sociologi, come testimoniato dai seminari che terrà a Pavia al Dipartimento di Studi Politici e Sociali, allora caratterizzato dalla figura di Mario Stoppino, su “Gli intellettuali e l’Islam”. Accanto a questo filone di ricerca, Allam aveva iniziato sin dai primi anni della carriera a esplorare le radici dell’”eccezionalismo islamico” – ovvero del suo difficile rapporto con la modernità - che egli individuava nella genesi della relazione tra Islam ed Europa. In particolare, seguendo la strada segnata, tra gli altri, da Albert Hourani, Allam vedeva nella contestata modernizzazione delle società arabo-islamiche, e in particolare nella tensione tra la concezione dello Stato derivata dall’Europa, fra Ottocento e Novecento, e la visione islamica, la radice dello iato fra tradizione e modernità nell’Islam. A questi temi egli dedicherà i suoi scritti tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta, come il saggio su “L’eclettismo obbligato dell’Islam” (in P. Branca (a cura di), Voci dell’Islam moderno, Marietti, 1991) e il suo lavoro di curatore della “Biblioteca araba e islamica” per la casa editrice Marietti di Genova, collana da lui stesso fondata insieme al prof. Antonio Balletto.

Negli anni seguenti, in contemporanea con il radicalizzarsi della violenza estremista nei paesi musulmani, Fouad Allam sposterà sempre di più la propria riflessione sulle trasformazioni in corso nell’Islam contemporaneo, e sulla necessità del dialogo tra culture quale risposta alla violenza. Questi temi domineranno il suo discorso negli anni più recenti, e lo porteranno a essere autore di saggi di grande successo, tra cui: "L’islam globale" (Rizzoli 2002), "Lettera a un kamikaze" (Rizzoli 2004), "La solitudine dell’Occidente" (Rizzoli 2006), "L’islam spiegato ai leghisti" (Piemme 2011), "Il jihadista della porta accanto" (Piemme 2014). In questi lavori, Allam si distingueva per la capacità di comunicare in modo non banale ma comprensibile, trasmettendo al grande pubblico concetti di notevole complessità concernenti la cultura islamica. Fouad Allam diventerà quindi una figura nota anche nel mondo giornalistico e televisivo, distinguendosi - persino nei dibattiti più accesi - per l’approccio colto, pacato e venato d’ironia. Egli sarà altresì collaboratore di vari quotidiani, tra cui La Repubblica, Avvenire, l’Osservatore Romano, La Stampa.

Negli ultimi anni, Allam aveva saputo unire la riflessione teorica all’impegno politico e sociale, prima quale deputato dell’Ulivo (2006), quindi come consulente per l’immigrazione e i rapporti con il mondo islamico per l’Unione Europea e il Consiglio d’Europa. Ultimamente era stato nominato consulente per le politiche mediterranee dal Comune di Mazara del Vallo. Era tuttavia nelle aule universitarie che Fouad Allam esprimeva pienamente la propria indole, in particolare nel rapporto con gli studenti, che trovavano in lui gli stimoli culturali per approfondire la conoscenza del mondo arabo-islamico.

La sua scomparsa improvvisa lascia un senso d’incompiutezza, di ancora non detto, in un’epoca in cui il suo sguardo lucido e colto sarebbe quanto mai necessario. Al tempo stesso, il suo congedarsi così inaspettato richiama la responsabilità del collega e dell’allievo, nel ricordare che il lavoro intellettuale non deve essere mai avulso dall’analisi della realtà e del presente.

 

Principali pubblicazioni:

-        “Violenza e sacralità nella dinamica storica dell'islam”, in Politica internazionale, 1988;

-        “Identità e fondamentalismo”, in Politica internazionale, 1989;

-        Introduzione alla traduzione italiana di Bertrand Badie, I due stati. Società e potere in islam e occidente, a cura di SergioNoja e Khaled Fouad Allam, Marietti, 1990;

-        “I nuovi paradigmi dell'islam militante. L'epopea acculturata dei predicatori islamisti”, in Religioni e società- Rivista di scienze sociali della religione, n.14, lug.-dic. 1992;

-        “Islam e sviluppo nel Maghreb”, in AA.VV., L'altra metà della luna. Capire l'islam contemporaneo, Marietti, 1993;

-        “Lo spazio europeo dell'islam”, in AA.VV., La città e il sacro, a cura di Franco Cardini, Scheiwiller, 1994;

-        “Aspects juridiques de l'intégration”, in AA.VV., Islams d'Europe. Intégration ou insertion communautaire?, a cura di RobertBistolfi e François Zabbal, L'Aube, Parigi, 1995;

-        “Un esempio di islamologia applicata all'analisi semantica e strutturale dei programmi televisivi”, in AA.VV., Televisione e islam. Immagini e stereotipi dell'islam nella comunicazione italiana, a cura di Carlo Marletti e con introduzione di Francesco Gabrieli, RAI-Nuova ERI, 1995;

-        “L'islam contemporaneo”, in AA.VV., Storia delle religioni, vol.III: Le religioni dualiste e l'islam, a cura di Giovanni Filoramo, Laterza, 1995 (2a edizione aggiornata e ampliata: in L’islam, a cura di G.Filoramo, Laterza, 1999);

-        Voci enciclopediche: “Arabi”, “Islam”, “Fondamentalismo islamico”, “Sciismo”, “Sufismo”, “Dervisci”, Enciclopedia dell'islam, del Dizionario di storiografia, Il Saggiatore-Mondadori, 1996;

-        “L'islam e L'incontro fra islam ed Europa”, in Il mattino d'Europa. Il sigillo della profezia, a cura di Franco Cardini, Editoriale, Giorgio Mondadori, 1998;

-        “L’Europa vista dall’islam”, in La nuova Europa, Grande Dizionario Enciclopedico, Utet, 2000;

-        L'Islam globale, Rizzoli, 2002 (tradotto e pubblicato in Germania da Wagenbach);

-        “L’innovazione come esperienza dei limiti”, in Governare l’innovazione. La responsabilità etica, a cura di Giuseppe Ardrizzo, presentazione di Francesco DelMonte, Rubbettino editore, Soveria Mannelli, 2003;

-        “L’islam in Italia”, in Libro dell’anno 2003, Istituto per l’Enciclopedia Italiana fondata

-        da G. Treccani, Roma, 2003;

-        “La questione democratica nel mondo arabo”, in Aspenia – rivista di Aspen Institute Italia, numero monografico dal titolo America Black and White, n.22, 2003;

-        Lettera a un kamikaze, Rizzoli, 2004 (tradotto e pubblicato in Israele, Spagna e Germania);

-        Presentazione a: Roger Scrouton, L’occidente e gli altri. La globalizzazione e la minaccia terroristica, Vita e Pensiero, Milano, 2004;

-        (con Marco Martiniello e Aluisi Tosolini) La città multiculturale. Identità Diversità Pluralità, Emi edizioni, Bologna, 2004;

-        Introduzione a: Il Corano, traduzione di Gabriel Mandel Khan con testo arabo a fronte, Utet, Torino, 2004;

-        Voce “Islam”, International Encyclopedia of Sociology a cura di George Ritzer, Blackwell, USA, 2006;

-        La solitudine dell’occidente, Rizzoli, Milano, 2006;

-        Leggere il Corano nel deserto, a cura di Michele Alloni, ADV, Lugano, 2007;

-        Introduzione a: Maria Albano e Justo Lacunza Balda, Il nuovo Iraq e il Medio Oriente, Cantagalli, Siena, 2007;

-        “L’uso politico delle paure. Alcune riflessioni trasversali”, in Paradoxa, gennaio-marzo 2008;

-        “Introduzione alle opere della fotografa iraniana Shirin Neshat”, in Arte contemporanea, vol.5, febbraio 2008, Electa editrice, Milano;

-        Introduzione a: Abdelwahab Meddeb, Le controprediche, Cantagalli, Siena, 2009;

-        Prefazione a: AAVV Un Hussein alla Casa Bianca, Cosa pensa il mondo arabo di Barack Obama, a cura di Donatella Della Ratta e Augusto Valeriani, Odoya, Bologna, 2009;

-        (con Mimmo Calopresti), Guida per difendersi dal razzismo. Dalla A alla Z, ed. Giudizio Universale, Torino, 2010;

-        “Non avrai altro Dio al di fuori di me”, in Decalogo, numero monografico della rivista “Panta”, a cura di Massimo Donà e Raffaella Toffolo, n.29, 2010, Bompiani, Milano;

-        “Les nouvelles frontières symboliques de l’Europe. Les musulmans d’Italie entre Nord et Sud”, in Religions et politique: séparations sous tension, numero monografico della rivista “Esprit”, n.2, febbraio 2011, Parigi;

-        L’islam spiegato ai leghisti, Piemme, Milano, 2011;

-        Saggio introduttivo e Conclusioni a: AA.VV., Il terzo settore nel mondo arabo, Il Mulino, Bologna, 2012;

-        “Pensare l’economia nell’islam medievale”, introduzione all’opera e traduzione di: Abu l-‘Abbas ‘Abdallah b.Amad al-‘Ibbiyani, Masa’il al-Samasira (Le questioni relative al mestiere dei sensali), Università di Bari, 2012;

-        RihaniIl Libro di Khalid, illustrazioni originali di K. Gibran, traduzione e cura di F. Medici, prefazione di P. Branca, postfazione di K.F. Allam, Mesogea, Messina 2014;

-        Il jihadista della porta accanto, Piemme, Milano, 2014.

 

Un breve ricordo del prof. Piergiorgio Gabassi

Fouad era innanzitutto un uomo buono, era un poeta e, come molti poeti anche quelli battezzati in letteratura come maledetti, tali non erano… forse perché chi scrive poesia è portatore di sentimenti positivi. Nel 1982 ho conosciuto Fouad, appena arrivato dalla Francia e, più che per il tratto filosofico.-speculativo, letterario infine scientifico, mi colpì proprio la dolcezza e gentilezza della sua espressione leggera, moderatamente appassionata, filtrata da una visione del mondo intima e profonda. Proprio la profondità della ricerca psicanalitica era il tema delle nostre conversazioni di allora. Poi egli trovò una connotazione accademica dove dagli studi storico-islamistici, passo alla sociologia come metodo di conoscenza delle complessità dell’Islam e della condizione femminile all’interno di quel contesto. La parentesi politico-parlamentare aveva interrotto i nostri incontri. Ricomparve un Fouad deluso, ma non rassegnato con qualche tratto di crudo realismo che stonava con le sue qualità migliori, quelle che hanno ispirato la sua produzione letteraria più bello. Intanto la malattia avanzava e con mestizia e rassegnazione a volte ne parlava come un processo ineluttabile, vissuto con grande dignità. Quella stampella sembrava una protesi non solo al piede amputato ma alla sua stessa esistenza, così incerta, così strana, così fatale nell’epilogo triste che tutti conosciamo. L’albergo è un luogo di passaggio, luogo anonimo, luogo di incontri di gente che va e di gente che viene come le vite che si incontrano per un attimo e poi scompaiono nel vortice della ricerca di senso che accompagna tutti, ma che per i poeti come Fouad è “il mestiere di vivere”.

 

Ultimo aggiornamento: 23-06-2015 - 14:24
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