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Il tempo e le rivoluzioni: l'Iran a quarant'anni dalla rivoluzione islamica
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Terza Missione
La via più lunga del Medio Oriente (e una delle più estese nel mondo) taglia Teheran da nord a sud per più di 17 chilometri e si chiama Vali Asr. Una strada che racconta anche molto dell’Iran di oggi e delle sue complesse dinamiche sociopolitiche. Il significato del suo nome in persiano è “il Signore del Tempo”. Ossia, uno degli attributi del dodicesimo imam, l’imam nascosto che tornerà alla fine dei tempi (il Mahdi). Il tempo è un elemento imprescindibile della dottrina sciita, in particolare nei suoi aspetti millenaristici e esoterici, che si lega curiosamente a un sentimento iper-nazionalista che trova linfa proprio nello sguardo lungo verso il passato. L’idea del ritorno del Mahdi, di un’utopia che affonda le sue radici nel passato, si lega oggi alla percezione di una sorta di “sospensione” del divenire storico, che fa galleggiare il sistema di potere post rivoluzionario iraniano (il nezam) in una strana bolla atemporale. Un limbo fatto di retoriche sclerotizzate in cui neppure l’élite di potere sembra credere più, ma che non possono essere abbandonate, di promesse non mantenute quando non completamente tradite e in una eccezionalità geopolitica della Repubblica islamica dell’Iran che la mantiene ai margini del sistema delle relazioni internazionali e che ha acuito, in questi ultimi anni, l’ostilità regionale nei suoi confronti.
Riccardo Redaelli, UNIVERSITÀ CATTOLICA, MILANO
Discussant: Diego Abenante, UNIVERSITÀ DI TRIESTE
Luogo:
Sala Conferenze, ex Ospedale Militare
Via Fabio Severo 40, Trieste
Ultimo aggiornamento: 07-03-2019 - 14:47